martedì 3 giugno 2008

IN ORDINE SPARSO

Ci sono delle cose a proposito delle quali mia madre mi diceva “poi-crescendo”, come qualsiasi altra madre suppongo.
Ci pensavo l’altro giorno riflettendo sul fatto che mi ostino a non comprare il biglietto dell’autobus da sempre, cioè da quando ho un’età ragionevole per prendere l’autobus da sola.
Non che non mi abbiano mai fatto una multa -anzi-, ma non ho imparato la lezione e comunque non ho voglia di comprarli questi biglietti maledetti, è più forte di me. Lo faccio sulla metro perché sono obbligata, ma tram e autobus non c’è verso.
E litigo con chi mi dice che l’Italia va a rotoli per colpa della gente come me, cosa che alla fine francamente mi sembra un po’ eccessiva. A dire il vero poi neanche in Francia, per almeno 4 anni, ho mai pagato il biglietto del metro, ma nessuno ha mai sostenuto che la Francia andasse a rotoli. Tantomeno per colpa mia.

Sorvoliamo. Quando mamma mi diceva questa cosa del “poi-crescendo” mi dipingeva una roba che io solo a pensarci non vedevo l’ora. Ero convinta che tra le cose meravigliose cui sarei stata destinata crescendo, ci fosse la lentezza; mi aspettava una vita lenta.
In senso lato: speravo che avrei imparato a parlare lentamente, a fare pausa, a reagire con calma, a contare fino a dieci prima di, a litigare sì, ma al rallentatore,a piangere solo con le lacrime senza contorcermi di singhiozzi, a uscire di casa almeno mezzora prima se da Porta Maggiore devo arrivare a Trastevere con l’autobus senza biglietto.

Ora mamma non me lo dice più crescendo. E io penso che invece aveva ragione nonna, più scettica, più cinica, più porta-jella. Nonna pensava che le persone fossero fatte di una certa pasta; la pasta poteva manifestarsi in età variabile, in alcuni prima in altri dopo, manifestatasi la pasta sarebbe stato inutile remare controcorrente. Il compito di una vita era accettare la propria pasta.
Io sospetto con rammarico di essere a pasta svelta, o comunque non lenta.
Peccato però. Una donna lenta ha una marcia in più.
Una donna lenta fa più sesso di una donna accelerata. E’ inevitabilmente più elegante.
Una donna lenta non è una donna rallentata, sia ben chiaro altrimenti non ci capiamo.
Una donna accelerata è goffa.
Una donna accelerata parla troppo oltreché troppo in fretta.
Una donna accelerata vive in attesa di qualcosa, anche quando non c’è niente d’aspettare, ma proprio niente. E il detto quando meno te lo aspetti per lei non esiste.
Una cosa inaspettata però mi è successa ieri, mentre in realtà aspettavo qualcos’altro. Un bip sul cellulare ed era Vodafone che mi ha sorpreso regalandomi un bonus di 5 euro. Il marketing è il re dei seduttori.

3 commenti:

sp ha detto...

*quanto* ti capisco! tranne che sul sesso, ma magari mi spiegherai meglio che intendi: una donna accelerata puo' fare un sacco di sesso, solo accelerato... o no? e comunque credo che nelle attivita' che sono piacevoli da condividere le donne accelerate traggano beneficio dall'avere partner lenti, che sia far l'amore, mangiare, passeggiare. in piu' ti possono sorprendere, visto che magari fanno qualcosa *dopo* che tu l'aspettavi!

MadMeg ha detto...

ma no... fa più sesso nel senso di ispira più sesso. Una donna accelerata arrapa meno. Almeno così mi sembra,

j.

sp ha detto...

dopo solo quasi due anni vedo la tua risposta (ma com'e', mo' hai il blog spezzato in due, meta' qui e meta' su internazionale? ma non trovo l'archivio, dov'e' la roba in mezzo?)
si', forse una donna accelerata arrapa meno. ma diverte di piu'!
io ho deciso che devo passare l'estate ad imparare a parlare lentamente, cosi' sembro piu' intelligente. a quanto pare se parli veloce, la gente ti prende intellettualmente meno sul serio. consiglio di una prof. giuro.