martedì 22 luglio 2008

EILE MIT WEILE*/1


*ovvero: di corsa con calma.
E’così.
Per un po’ sarà come un diario.

Hermannstrasse 150. La stanza è enorme e il balcone dà sulla strada, Hermannstrasse appunto. Strada a quattro corsie costellata di pizzettari e commercianti turchi. Turchi i vicini di pianerottolo, turchi quelli del terzo piano, turca Yasmina, la bambina bellissima che mi aperto il portone il primo giorno. Turco il panettiere e il giornalaio. Turchi ovunque nei bar e nei phone center.
Appena sbarcata ho pensato: no.
No: per un mese e mezzo (e per una volta) voglio fare la fica in un quartiere fico. Voglio svegliarmi a Prenzlauerberg con l’odore delle verdure bio sotto casa. Con facce bianche di gente bianca e benestante, vestita bene.
Mi sono detta che sarei rimasta qui a Neukolln per una settimana, il tempo di cercare un posto altrove. Magari a Kreuzberg, che pure si è infighettato da morire rispetto a qualche anno fa. O a Friedrichsein, oppure meglio ancora Prenzlauerberg, il top.

Così ieri sono andata a visitare la casa di un tipo sulla Prenzlauer Allee. Il signor H.H. von U., giovane ma brizzolato. Dalla foto avrei detto nobile e gay, ma di persona era soltanto grigio.
Mortimer. Mi apre la porta scalzo con i calzini. Prima di stringergli la mano e salutarlo gli guardo i calzini bianchi, e d’istinto mi tolgo le scarpe, i miei sono a righe bianchi e neri.

Mi fissa negli occhi, ma non come un pervertito, piuttosto come un uno che potrebbe accoltellarti o accoltellarsi, dipende. Mi fa accomodare su una grande poltrona, che magari era marrone, o forse grigia non so. Mi chiede di dove sono, che faccio ecc ecc. Parliamo della casa, le spese, l'ADSL, il telefono non incluso.
E poi quando sto per alzarmi e salutare mi dice "aspetta rimani seduta, parlami di te, dei tuoi hobby". Giuro. Hobby? Gli dico che non ho hobby (non il bricolage, non la cucina, non il giardinaggio, non la pesca), ma ci rimane male. Allora penso che la danza può passare come un hobby. Glielo dico contenta. Come in un gioco a quiz quando pensi che hai la risposta giusta.
Ma lui è incontentaile, insiste, "e poi altri hobby?". E' scemo.
Però ok, vuoi la guerra? allora diciamo che mi piace viaggiare. Altro? Mi piace leggere, andare al cinema, a teatro,uscire, imparare le lingue, scrivere, ascoltare musica, conoscere gente.
Pessima, davvero pessima, prova di me. Comunque mi ha costretto lui, che alla fine pareva pure soddisfatto di questo patetico elenco di banalità.
In inglese veniva bene perché è come quando a scuola fai le frasi per imparare a usare I like.
Going to the movies, reading, writing, going out, learning languages, meeting people.
Volevi un hobby o due? te ne ho sparati dieci.

La conversazione mi intristisce non poco. Lo saluto prima che mi chieda la top ten dei miei piatti preferiti: davvero, devo andare, ti faccio sapere, domani.

Esco e piove. Cammino lungo Danziger Str. e quando arrivo a Eberwalderstr. ha già smesso.
I negozi bio. I negozi per bambini. Le biciclette di tutti i colori. Le donne con le scarpe fiche. I parrucchieri fichi anche loro. Epperò anche una quantità devastante di carrozzine d’epoca di tutte le forme. Tutti a spasso con uno o due bambini.
Le carrozzine intralciano il traffico delle biciclette e mi intralciano pure il cervello, mi mettono ansia, mi stancano, mi deprimono, mi deprime anche il biologico alla fine…fanculo Prenzaluerberg.
Sono prevedibile e tanto, ma tanto, scontata.
Neukolln, i turchi, Lidl, i bambini senza le carrozzine. Le ciccione, la puzza di fritto e di cipolla.
Mi sa che resto qua.

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